In questo articolo andremo a scoprire che cosa è un microscopio stereoscopico. La differenza rispetto a quello ottico e le sue caratteristiche.
Che cos’è un microscopio stereoscopico?
Il microscopio stereoscopico è differente rispetto a quello ottico, poiché questa tipologia serve per osservare da due angoli che sono diversi, andando a ottenere due immagini che sono necessarie per la visione stereoscopica. In questo modo esso ci fornirà una visione tridimensionale degli oggetti, mentre attraverso il microscopio composto gli oggetti appaiono piatti, senza volume. Questo vale anche se il microscopio composto ha una testa binoculare, visto che ogni oculare fornisce la medesima immagine dell’altro.
Differenza tra microscopio composto e stereoscopico
I due miscroscopi in questione possiedono delle differenze notevoli, che rendono così il loro campo di utilizzo diverso e complementare:
- Tramite il microscopio composto si possono osservare gli oggetti per trasparenza e produce 50-1200 ingrandimenti.
- Tramite il microscopio stereoscopico, invece, si osservano gli oggetti principalmente per mezzo della luce riflessa e il suo ingrandimento, è compreso fra 8-50 volte, quindi risulta molto inferiore a quello del microscopio composto.
Tramite il microscopio stereoscopico, non è dunque possibile osservare microbi, ma esiste lo stesso una grandissima varietà di oggetti naturali che si possono osservare. Anche se potendo ingrandire di meno, potranno esserci delle limitazioni. Con questa tipologia di microscopio si possono osservare: insetti, fiori. Invece, con il microscopio composto si possono osservare soltanto campioni minuscoli, invisibili ad occhio nudo.
Microscopio stereoscopico con obiettivo comune
Se siamo in possesso di un binocolo, potremo svitare uno degli obiettivo e lo potremmo mettere di fronte all’altro. Ci avvicineremo ad un oggetto finchè la sua immagine sarà a fuoco. Vedremo così l’oggetto ingrandito. Consideriamo di apporre un campione alla distanza focale dall’obiettivo. I raggi della luce divergenti che arrivano dall’oggetto passeranno attraverso l’obiettivo che abbiamo smontato ed emergeranno in modo parallelo. Successivamente questa luce passerà attraverso il secondo obiettivo del binocolo. Se esaminassimo più da vicino lo schema ottico del nostro microscopio stereoscopico ad obiettivo comune vedremo che la parte inferiore è costituita da una lente acromatica positiva e da quattro prismi. La parte superiore del microscopio, invece, è formata da un secondo binocolo che verrà utilizzata senza alterazioni, come se fosse un oculare.
Microscopio stereoscopico e le sue funzioni
In conclusione, possiamo dire che le soluzioni su cui si basa questo microscopio sono le seguenti:
- Il prelievo delle immagini necessarie per la visione stereoscopica da un unico obiettivo;
- La soluzione di problemi di convergenza per via ottica;
- L’impiego dei prismi per separare le immagini prelevate;
- Lo sfruttamento delle dimensioni grandi dei prismi distali per la regolazione della distanza interpupillare senza però effettuare movimenti meccanici da parte del microscopio;
- Il ricavo dei componenti ottici da un binocolo da demolire;
- Un impiego del binocolo come parte integrante del microscopio.
Perciò, possiamo dire con questo microscopio si ha una struttura otticamente corretta e meccanicamente semplice. Le soluzioni ottiche e meccaniche che si sono adottate in modo ragionevole rendono semplice la costruzione di un microscopio stereoscopico anche per uno scienziato alle prime armi.
Componenti del microscopio
Per vedere le componenti del miscroscopio, si devono distinguere le parti ottiche da quelle stative. Va detto che la parte ottica comprende i componenti ottici e i pezzi metallici che li contengono. Mentre la parte stativa comprende il piedistallo, la colonnetta, il dispositivo di messa a fuoco e, infine, il tubo di collegamento.
Utilizzo del microscopio
Il microscopio è parecchio alto, e il binocolo è disposto in posizione verticale. Se appoggiassimo tutto questo su di un tavolo normale, saremmo costretti ad allungare eccessivamente il collo oppure a compiere le osservazioni stando in piedi. Purtroppo, non possiamo mantenere a lungo tale posizione, per cui, il rimedio consiste nell’appoggiare il microscopio su di un piano basso.
Illuminazione del microscopio
Il microscopio è decisamente luminoso, almeno quanto basta per poter essere utilizzato anche in luce ambiente, oppure con una lampada. Però, i migliori risultati si ottengono con una luce potente e che sia direzionale. Con questa illuminazione si potrà effettuare un gioco di luci e di ombre che vanno a far risaltare il rilievo e la colorazione dei campioni messi in esame. A tal proposito si possono impiegare dei faretti con lampade alogene, ma questa tipologia di lampada produce una luce troppo calda e così rischieremmo di uccidere gli insetti presi in esame. Poiché con una luce forte e ricca di infrarossi, rischiano di morire disseccati. In questo caso è consigliabile usare poca luce o per brevi periodi. In vendita esistono anche dei filtri che assorbono le frequenze più calde dello spettro luminoso, di modo che poi filtrano una “luce fredda”. Potremo anche utilizzare la luce diretta del Sole. Ma, questa luce, provenendo da un angolo solido limitato, non è molto consigliata perchè produce una specie di granulosità che diminuisce la risoluzione. Ecco perché è necessaria una luce diffusa, che potete ottenere disponendo schermi bianchi attorno all’oggetto.